Cina. Non più una parola, una speranza o un sogno. Cina, la
mia realtà di tutti i giorni. Ormai è diventata un’abitudine per me svegliarmi
alle sei, prendere il pullman della scuola, entrare in una classe ormai
familiare, vivere in una famiglia cinese e percorrere le strade di Nanchino.
Questo posto sta cominciando a somigliare alla mia concezione di casa, anche se
prima non era così.
Quello che vi sto per racontare non è una favola, non ha un
corso regolare. Quello che vi sto per raccontare è iniziato poco tempo fa. L’esperienza
in sè iniziò a suo tempo un anno fa, anche se sono atterrata a Shanghai solo un
paio di settimane fa. Inizialmente riuscire ad orientarsi in un ambiente nuovo
è stato parecchio faticoso. I primissimi giorni tuttavia sono stata in ottima
compagnia: exchange students italiani (resteranno nel mio cuore), stranieri e
volontari più o meno pazzi. Tra una serata e l’atra, i primi pasti che rivoltavano
lo stomaco e le notti insonni non ci siamo neanche resi conto di essere
arrivati in Cina, se non per gli odori pungenti, il caldo soffocante e il cibo
impossibile da mandare giù. Eppure eravamo insieme e nulla ci spaventava. Fino
a quando ci siamo dovuti dividere. Ebbene la storia comincia così, con qualche
lacrima e tanta paura di prendere quel treno che ci avrebbe portato finalmente
a destinazione.
AFS students atterrati a Shanghai |